My-CV.it | il CV online di un ricercatore in filosofia

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informazioni personali

Nome: Andrea S.

Età: 41

Residenza: Roma

formazione certificata

  • Due Lauree in Comunicazione
  • Un Master in Consulenza Filosofica
  • Alcuni corsi in Comunicazione e Marketing Digitale 

auto-formazione

  • Una quindicina di anni di studio in filosofia su qualche migliaio di Euro di testi, tra saggi, trattati, conferenze e raccolte, che ho letto, scarabocchiato, meditato e “messo alla prova” con impegno, zelo e viva passione.

esperienze professionali

Collaborazioni varie a vari progetti di Comunicazione e Marketing Digitale nel ruolo di:

  • Content writer
  • SEO Copywriter
  • Social Media Manager
  • Email Marketer
  • Digital Strategist
  • Digital Advertiser
  • Web Designer

Lettera di presentazione

Mi chiamo Andrea e sono un ricercatore (indipendente) in filosofia.

Come ricercatore in filosofia ciò che faccio è cercare la Verità. E faccio questo pensando, ma anche tentando di pre-disporre, le possibilità del suo darsi.

Lo riconosco, la mia attività non è proprio tra le più comuni. Per questo credo ti debba qualche chiarimento.

Cosa fa più precisamente un ricercatore di questo genere?

Beh, tante cose in fondo. 

Ad esempio sprofonda negli abissi che gli si spalancano sotto i piedi praticamente un passo sì e uno pure; ri-cerca costantemente le condizioni che rendono possibile l’esperienza (la propria ma anche l’esperienza in generale) e senza le quali essa non sarebbe quella che è (anzi, forse neppure sarebbe); si cerca nei labirinti mutevoli del senso, laddove ogni cosa fa segno ad ogni altra, funge da significante di noi stessi ed è simbolo di quel “” che è la meta ultima e il motivo principale di ogni seria ricerca in filosofia.

In questo mio ri-cercare, che è anche un perdersi per ritrovarsi, provo ad orientarmi servendomi, appunto, della filosofia, del suo particolare modo di pensare, della sua attitudine a porre in questione anche la cosa più banale che incontriamo nel nostro quotidiano, della sua singolare tendenza a mettere in discussione tutto ciò che è abitudine, consuetudine o norma, cercando di esse limiti ma anche necessarietà.

Tuttavia, come puoi ben immaginare, non mi dedico a tempo pieno alla ricerca della Verità. Almeno non in maniera esclusiva.

Quando non vesto i panni del ricercatore in filosofia mi occupo di Comunicazione e Web Marketing, ambito in cui faccio un po’ di tutto, anche se principalmente scrivo contenuti di vario tipo per portali, siti web e blog.

In questo mio sito-Curriculum ho deciso di condividere il mio modo di ricercare in e per mezzo della filosofia.

Se, giunto a questo punto, sono riuscito in qualche modo ad incuriosirti, ti invito a proseguire la navigazione del mio sito, sperando che pian piano riuscirò anche a conquistare la tua fiducia.

Buona navigazione!

pubblicazioni

Lo scarto costitutivo dell’essere: un’ipotesi immanentista. Studio sulle implicazioni dello strutturalismo in un’ottica trascendentale.

Philosophy Kitchen, ISSN 2385-1945, Anno 4, 2017

progetti

[ work in progress ]

Bene.

Qualcosa di me ora la conosci. 

Credo sia arrivato il momento di entrare nel dettaglio di  cosa faccio

cosa faccio

Come accennato poco sopra, in questo sito-CV ho deciso di condividere il mio modo di ricercare per mezzo della filosofia.

Poiché, in sostanza, qui si tratterà di fare filosofia, credo sia opportuno chiarire subito un aspetto.

Fare filosofia NON significa soltanto studiare una materia tra le altre, ma significa soprattutto relazionarsi al mondo attraverso un modo d’essere e un modo di pensare particolari.

Atteggiamento filosofico

  • Il modo d’essere o atteggiamento filosofico consiste in una particolare capacità di sorprendersi anche del proprio quotidiano, cioè in un sapersi ri-volgere al mondo con sguardo curioso, interrogativo e “aperto al Possibile. Chi sa approcciarsi al mondo attraverso il modo d’essere proprio della filosofia, insomma, non dà mai nulla per scontato o assodato, anzi sa trovare in ogni aspetto della propria esperienza un’opportunità per mettere in discussione, e quindi per (ri)pensare, il senso e il valore dell’esperienza stessa. Per questo il “motto” di chi ha fatto suo l’atteggiamento filosofico potrebbe essere «Non mi sento di escludere nulla!», dove questo “non-escludere-nulla” esprime un significato duplice e complementare; significa cioè tanto evitare di mettere limiti al Possibile, quanto considerare limitato ciò che di solito chiamiamo ‘Reale’.

Mentalità filosofica

  • Il modo di pensare o mentalità filosofica si esprime invece nell’atto di chi, avendo fatto suoi gli aspetti “sorprendenti” portati all’attenzione dall’atteggiamento filosofico, ne esamina i risvolti possibili. Per fare questo la mentalità filosofica si serve di quei “modi di indagare l’esistente” che la storia della filosofia ci ha lasciato in eredità, ciascuno dei quali caratterizzato da una particolare capacità di individuare, tematizzare e “stimolare” il senso potenziale dell’aspetto sorprendente, che è, appunto, la marca distintiva del fare filosofia. Insomma far propria la mentalità filosofica significa saper mettere alla prova del pensiero quel Possibile che il modo d’essere filosofico ha fatto emergere solo in maniera vaga. Per questo il modo di pensare proprio di chi fa filosofia completa il «non escludo nulla» dell’atteggiamento filosofico con l’impegno di indagarlo fin nelle sue ultime possibilità.

Insomma, l’atteggiamento e la mentalità filosofici sono ciò che caratterizza e contraddistingue la filosofia come attività.

come lo faccio

A guidarmi in questa mia attività di ricerca 3 Princìpi Fondamentali, 3 Attitudini e 1 Principio Etico

principi fondamentali

I 3 Pilastri che sostengono il mio modo di fare filosofia

Mancanza/Desiderio

Siamo gli unici esseri che mancano a sé stessi.

Questa mancanza, che costituisce la nostra essenza, è la condizione a cui inevitabilmente noi tutti dobbiamo sottostare ma anche il motivo fondamentale da cui prende le mosse ogni nostra azione.

Costantemente proiettati al di là di noi stessi, ci ritroviamo gettati nel mondo alla ricerca di un soddisfacimento (forse impossibile) a questa nostra mancanza essenziale. Per fare questo, ci muoviamo nel mondo spinti da una forza allo stesso tempo creativa e (auto)distruttiva; quella forza che in molti hanno chiamato Desiderio.

Plurivocità-Polivalenza

Ogni aspetto del mondo che viviamo, dal più alto al più apparentemente insignificante, è veicolo potenziale di una molteplicità in(de)finita di sensi e rimandi. Non solo. Ogni aspetto del mondo contiene in sé valori potenziali che, al limite, possono anche essere in contraddizione tra di loro.

Martin Heidegger, nel Detto di Anassimandro, dice che «L’essere parla ovunque e costantemente attraverso l’intero linguaggio». Dato questo, sta a noi imparare a scegliere quale senso e quale valore (ac)cogliere dalle nostre esperienze.

(In)Finitezza

Siamo esseri finiti. Siamo esseri limitati.

Questa nostra finitezza-limitatezza riguarda ogni aspetto del nostro essere, dallo spazio al tempo, dall’intelletto alla coscienza che abbiamo di noi stessi.

Tuttavia questa nostra condizione è anche lo strumento più adatto di cui disponiamo per tendere a ciò che da noi e per noi è Il Totalmente Altro. Aver coscienza di ciò che siamo, cioè di essere esseri finiti-limitati, è infatti il mezzo più appropriato che abbiamo (in definitiva, l’unico di cui realmente possiamo disporre) per tendere a ciò che finito-limitato non è.

attitudini

Non c’è senso senza relazione

( vale a dire )

Nessuno di noi può fare a meno dell’altro 

 

Per questo, nel mio rapportarmi all’altro, provo a farmi guidare da 3 predisposizioni o attitudini basilari: l’Apertura, l’Ascolto, il Rispetto.

apertura

Aprirsi all’altro significa riconoscere il lui ciò che a noi è assolutamente irriducibile e che, per Principio, eccede il nostro proprio senso del mondo.

Questo riconoscimento è anche l’occasione che l’altro ci offre di poter pensare al di fuori dei nostri personali schemi interpretativi e dischiuderci così possibilità di senso nuove e impensate.

ascolto

Dati i valori di irriducibilità ed eccedenza di cui l’altro da noi è portatore, imparare ad ascoltare ciò che egli, direttamente o indirettamente, ci “dice” è il modo più appropriato che abbiamo per cogliere in lui sempre nuove stimoli, in vista anche della nostra crescita personale.

rispetto

Essendo l’incontro con l’altro l’unica vera occasione che abbiamo per trascendere noi stessi e metterci seriamente in discussione, il modo migliore attraverso cui possiamo relazionarci a lui è quello di rispettare le sue peculiarità e le sue differenze, anche quando esse stonano con ciò che siamo. Dietro ogni differenza, infatti, si nasconde sempre un’opportunità di crescita.

principio etico

( alla base delle 3 Attitudini )

Credo sia l’Alterità il Principio Etico su cui dovremmo fondare un nuovo senso di Responsabilità.

Applicare questo Principio nel nostro concreto vivere significa sentirci responsabili dell’altro da noi prima di esserlo riguardo noi stessi.

 

Questo è ciò che guida, orienta e indirizza il mio modo di fare filosofia

Cercherò di approfondire meglio ogni cosa negli articoli blog che pian piano pubblicherò. 

cosa offro

consulenze filosofiche

Come già detto, la filosofia, prima di essere un sapere, una materia di studio o una dottrina, è un’attività.

In quanto attività essa è, per definizione del termine, essenzialmente pratica.

Ciò significa che fare filosofia è sempre un fare concreto, che si rivolge cioè a tutto ciò che può capitarci di vivere, a tutto ciò di cui ciascuno di noi può fare esperienza.

Il vantaggio di praticare la filosofia è che, a differenza di molte altre attività che richiedono investimenti in materiali, strumenti e corsi di perfezionamento spesso anche piuttosto costosi, per fare filosofia non c’è bisogno di null’altro che di sé stessi.

Ciò che serve per fare filosofia, infatti, è soltanto il nostro tempo e la nostra propensione ad approfondire la conoscenza che abbiamo di noi stessi.

Possiamo trovare ottime occasioni per conoscere meglio noi stessi in qualsiasi situazione, compito o contesto del nostro quotidiano, dal fare la spesa al supermercato al recarci sul nostro posto di lavoro, dall’incontrarci con un amico/a di lunga data al modo in cui decidiamo di passare il nostro tempo libero.

Riguardo la mia idea di filosofia pratica, io credo fermamente che ciascuno di noi può praticare la filosofia.

Ciò significa che, per poter iniziare un percorso di filosofia pratica non c’è bisogno di alcuna conoscenza pregressa.

La filosofia, infatti, è un qualcosa che riguarda ciascuno di noi. Anche se il più delle volte non lo sappiamo, ogni atto che compiamo è guidato da princìpi, valori e attribuzioni di significato che sono di natura fondamentalmente filosofica. Ogni volta che attribuiamo questo o quel significato ad un certo aspetto del mondo, ad esempio, in un certo modo stiamo esprimendo una particolare filosofia, la nostra personale – così mi piace chiamarla – ‘filosofia di vita’.

A tal proposito, saper riconoscere che il senso che traiamo da ogni nostra esperienza del mondo ha a che fare più con noi stessi che non con il mondo per quello che esso è “in sé”, è un passo fondamentale per iniziare a vivere la nostra vita in maniera più consapevole, con tutto ciò che comporta di positivo il vivere consapevolmente (ricchezza, vitalità, possibilità, pienezza).

Ciò che qui offro è la possibilità di richiedere una prima consulenza filosofica gratuita, con l’ulteriore possibilità di intraprendere insieme un percorso filosofico di auto-conoscenza riguardo 3 ambiti principali:

– l’Ambito Esistenziale

– l’Ambito Creativo

– l’Ambito Professionale

Ambito Esistenziale

  • Consulenza filosofica per affrontare eventuali difficoltà di relazione con i tuoi famigliari, i tuoi coetanei, il tuo partner, i tuoi colleghi di lavoro;
  • Consulenza filosofica relativa ad un tuo eventuale bisogno di ampliare i tuoi orizzonti di senso e di possibilità;
  • Consulenza filosofica per imparare meglio a riconoscere e a gestire emozioni, affetti e sentimenti;

Ambito Creativo

  • Consulenza filosofica orientata ad una maggiore conoscenza delle tue capacità creative;
  • Consulenza filosofica per ottenere chiarimenti su come dar forma ad una tua idea, qualsiasi sia il tuo ambito di interesse;
  • Consulenza filosofica per aiutarti a sviluppare il progetto al quale stai lavorando;

Ambito Professionale

  • Consulenza filosofica riguardo il percorso di studi o di formazione professionale che hai già intrapreso o che hai intenzione di intraprendere;
  • Consulenza filosofica per conoscere meglio quali sono i tuoi punti di forza e i tuoi punti di debolezza in vista di una loro valorizzazione;
  • Consulenza filosofica per l’orientamento al mondo del lavoro:

Detto questo, se ciò che offro in qualche modo ti interessa, ma anche se sei semplicemente un curioso e vuoi approfondire la mia idea di filosofia pratica, non indugiare oltre e contattami chiedendomi un primo incontro gratuito.

Non vedo l’ora di incontrarti!

my-CV / Blog

Il blog di un ricercatore in filosofia

.

Questo blog è la vetrina che ho allestito per esporre cosa intendo per ricerca in filosofia, il luogo dove ho deciso di mostrare cosa significa per me filosofare, il terreno virtuale in cui piantare il seme del dubbio (filosofico) per (provare a) farlo germogliare di nuove impensate possibilità.

Buona lettura!

articoli pubblicati

Prefazione

Un articolo in cui metto in evidenza cosa significa per me fare ricerca in filosofia, in particolare delineando qual è l’obiettivo ultimo di questo mio particolare ricercare.

Prefazione ad un blog a venire

Prefazione ad un blog a venire

Qui trovi una specie di Prefazione a quello che sarà il mio blog.

Essa contiene alcune informazioni di carattere generale, tra cui alcune indicazioni su ciò che troverai nel blog, alcune dichiarazioni sugli scopi che, in esso e tramite esso, proverò a perseguire, alcune esplicitazioni sui modi e gli strumenti che utilizzerò per perseguirli, infine alcune “note personali” circa il suo autore (che sarei io), le sue motivazioni, le sue conoscenze, il suo modo di ri-cercare.

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Prefazione ad un blog a venire

Prefazione ad un blog a venire

Qui trovi una specie di Prefazione a quello che sarà il mio blog.

Essa contiene alcune informazioni di carattere generale, tra cui alcune indicazioni su ciò che troverai nel blog, alcune dichiarazioni sugli scopi che, in esso e tramite esso, proverò a perseguire, alcune esplicitazioni sui modi e gli strumenti che utilizzerò per perseguirli, infine alcune “note personali” circa il suo autore (che sarei io), le sue motivazioni, le sue conoscenze, il suo modo di ri-cercare.

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articoli in programma

percorso filosofico

Sulla meraviglia

Nel Teeteto, Platone afferma che la filosofia nasce dalla meraviglia. Fare chiarezza su questa esperienza credo sia dunque d’importanza fondamentale per (iniziare a) capire cos’è la filosofia.

Ecco alcuni accenni su questo Percorso Filosofico il cui obiettivo sarà appunto descrivere, secondo un’ottica fenomenologico-esistenziale, l’esperienza della meraviglia per arrivare a comprendere cosa essa può insegnarci.

INTRODUZIONE - L'occasione di meravigliarci

In ogni istante abbiamo l’occasione di meravigliarci di ciò che ci circonda. Tuttavia saperci meravigliare del mondo non è così facile come potrebbe apparire.

Saperci meravigliare significa infatti saper ri-trovare in ogni cosa di cui facciamo esperienza (sia essa “alta” o “intensa”, oppure apparentemente banale e scontata) quell’opportunità che rende possibile nuovi modi di vedere il mondo, a partire proprio dagli aspetti che la nostra quotidianità spesso considera privi di interesse.

L’esperienza della meraviglia come esperienza della vista

Molta della tradizione filosofica – a partire dal Mito della caverna di Platone per giungere fino alle speculazioni mistiche e speculative sull’Intelletto in quanto “visione dell’invisibile” – considera la vista come il senso eminentemente filosofico.

Inoltre, molta arte letteraria, poetica e visiva considera il vedere come facoltà esemplare attraverso cui cogliere il meraviglioso che è nel mondo. 

Seguendo questa prospettiva, la meraviglia può essere benissimo considerata come un’esperienza del vedere. Del resto, quando diciamo che una cosa è meravigliosa, non è perché essa è come se brillasse di una luce particolare?

La scelta dell'approccio fenomenologico-esistenziale

Data l’importanza del senso della vista, considereremo la meraviglia come esperienza principalmente visiva.

Poiché però avremo comunque a che fare con un’esperienza, ciò che sarà importante sarà riuscire a descriverla per quella che è, a partire cioè dai contenuti che essa, in quanto esperienza, veicola.

L’approccio filosofico che meglio si vota alla descrizione di un qualche esperire è quello fenomenologico-esistenziale.

La descrizione fenomenologica dell’esperienza della meraviglia

Molto schematicamente, i punti che toccheremo nella nostra descrizione fenomenologico-esistenziale saranno: 

  • l’oggetto visto e l’aspetto che di esso di fa e-vidente
  • il soggetto dell’esperienza visiva; 
  • il manifestarsi a tale soggetto del fenomeno della visione e la conseguente manifestazione della presenza del presente
  • l’apparire al soggetto di quell’”invisibile” che sorregge ogni visione; 
  • il mutamento dello sguardo del soggetto, il cambiamento nel suo modo di vedere il mondo e la destabilizzazione delle certezze che tutto ciò comporta;
  • l’insegnamento ultimo dell’esperienza della meraviglia: l’apertura alle possibilità del Possibile e la Domanda di Senso.
CONCLUSIONE - Atteggiamento e mentalità filosofici

Se sapersi meravigliare del mondo è ciò che, nella home di questo sito, ho chiamato ‘‘atteggiamento filosofico’, esso, da solo, non è sufficiente per interrogare gli aspetti del mondo che la meraviglia ha reso enigmatici. Per questo un sano atteggiamento filosofico va sempre affiancato da quella che chiamo ‘mentalità filosofica’, ovvero da quel modo di interrogare l’esistente caratteristico del fare filosofia.

Approfondire la mentalità filosofica sarà però l’oggetto di un altro Percorso Filosofico (che trovi abbozzato qua vicino), il cui fine sarà anche quello di mostrare quanto utile possa essere fare filosofia nella nostra vita.

CONCLUSIONE - Atteggiamento e mentalità filosofici

Se sapersi meravigliare del mondo è ciò che, nella home di questo sito, ho chiamato ‘atteggiamento filosofico‘, esso, da solo, non è sufficiente per interrogare gli aspetti del mondo che la meraviglia ha reso enigmatici. Per questo un sano atteggiamento filosofico va sempre affiancato da quella che chiamo ‘mentalità filosofica’, ovvero da quel modo di interrogare l’esistente caratteristico del fare filosofia.

Approfondire la mentalità filosofica sarà però l’oggetto di un altro Percorso Filosofico (che trovi abbozzato qua sotto), il cui fine sarà anche quello di mostrare quanto utile possa essere fare filosofia nella nostra vita.

percorso filosofico

Sull’utilità della filosofia

Umberto Galimberti, tra gli altri, risponde a chi chiede «A cosa serve la filosofia?» con un netto «La filosofia non serve perché non è serva!». Tuttavia l’utilità dell’atteggiamento e della mentalità filosofici può benissimo essere riscontrata praticamente in ogni ambito, contesto o situazione che ci troviamo a vivere.

Di seguito puoi trovare alcuni degli argomenti che, mano a mano, proporrò per mostrare quanto e come la filosofia possa servire anche in ambiti non strettamente filosofici.

INTRODUZIONE - L'epoca dell'utile

Una introduzione al tema dell’utilità della filosofia penso sia d’obbligo. 

Anche alla luce del fatto che l’epoca in cui viviamo fa dell’utilità un metro di giudizio privilegiato per determinare il valore di una cosa.

Ciò che farò in questa introduzione sarà mostrare come la ricerca ostinata e cieca dell’utile sia causa della chiusura della nostra contemporaneità verso possibilità di senso e di azione che non possono essere misurate con il metro dell’utile o del servire pratico (almeno inizialmente), ma anche quanto questo valorizzare soltanto ciò che serve influenzi il modo che scegliamo per esprimere ciò che siamo.

Sull’utilità del non-essere-serva della filosofia

Il non servire (a) niente che caratterizza il fare filosofia è non solo ciò che contraddistingue il sapere filosofico da altri tipi di sapere, siano essi pratici o teorici, ma è anche il valore aggiunto che la filosofia stessa può apportare alle nostre esistenze, sia da un punto di vista professionale, sia riguardo la nostra crescita personale.

La filosofia a supporto delle professionalità creative

Ogni aspetto del mondo è una complessità che tuttavia, soltanto raramente, riconosciamo come tale. 

In un ambito professionale-creativo, tale complessità si manifesta come molteplicità di possibilità, siano esse di senso, di valore, di ideazione, di realizzazione, di fruizione, di contesto di utilizzo.

L’applicazione della mentalità filosofica a progetti di natura creativa può essere estremamente utile e proficua

Consapevolezza, (auto)criticaflessibilità creativa, sono solo alcuni modi d’essere e di fare che la filosofia può insegnarci a far nostri.

Pensiero laterale, discernimento analitico, pensiero obliquo, teoria dei Mille Piani sono invece alcuni degli strumenti filosofici che possono tornare utili a chi, impantanato nella creazione di un progetto creativo, necessita di nuove prospettive per svilupparlo meglio.

La filosofia a supporto della crescita personale

Conoscere se stessi è un viaggio che non ha mai fine. Come ha detto Eraclito intorni al 500 a.C.: «Per quanto tu possa camminare non toccherai mai i confini della tua interiorità, tanto profonda è la sua essenza».

Nel cammino verso la conoscenza di sé stessi, il rischio di perdersi è dunque sempre dietro l’angolo e, in un certo senso, anche essenziale al cammino stesso. L’importante è però che, nel perdersi, ci si sappia ri-trovare.

Approcciarsi alla ricerca di sé stessi seguendo gli spunti e le sfide che ci lancia la filosofia è senza dubbio uno dei modi più proficui per ampliare la conoscenza che abbiamo di noi stessi e, quindi, anche per dischiudere a noi stessi possibilità di crescita e di sviluppo che prima neppure potevamo immaginare. 

Mettere in pratica nella concretezza della nostra propria vita quello che possono insegnarci gli strumenti filosofici del dubbio, del sospetto, della dialettica della mancanza e del desiderio, delle etiche dell’alterità, ad esempio, è sicuramente uno dei modi più fecondi per conquistare nuove consapevolezze su ciò che siamo.

Gli strumenti concettuali che la filosofia ci dà in dotazione

Che si tratti di applicare la filosofia al proprio lavoro o che la si voglia utilizzare per incamminarsi verso la conoscenza di sé stessi, servirsi della sua mentalità nel contesto che ci interessa può essere estremamente fecondo

Gli strumenti filosofici che la tradizione ci ha lasciato in dotazione, infatti, al netto dei loro peculiari caratteri, sono tutti “dispositivi” concettuali che, se ben applicati, sono in grado di far emergere nuove possibilità di sviluppo, qualsiasi sia la situazione che ci troviamo a vivere, dalla più quotidiana alla più speculativa. 

Ogni articolo che man mano pubblicherò in questa sezione verterà su uno specifico strumento filosofico. 

Se intanto però vuoi farti un’idea, seppur vaga, dell’argomento, ecco una lista (provvisoria) di alcuni “strumenti filosofici” che mi piacerebbe approfondire.

  • Dubbio
  • Sospetto
  • Discernimento Analitico
  • Ontologia Modale
  • Dialettica della Mancanza
  • Etiche dell’Alterità
  • Logica della Molteplicità
  • Principio di Esteriorità
  • Decostruzione
  • De/Ri-Territorializzazione
  • Circolo Ermeneutico

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Questo progetto lo porto avanti nei ritagli del mio tempo.

Anche un piccolo gesto può contribuire a darmi la giusta motivazione per continuare a farlo crescere.

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Sarò ben lieto di rispondere alle tue richieste.

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